Segnaletica di sicurezza: i cartelli per 3 rischi comuni sul lavoro

Segnaletica di sicurezza: i cartelli per 3 rischi comuni sul lavoro

La segnaletica di sicurezza sul luogo di lavoro fornisce delle indicazioni o delle prescrizioni fondamentali per la salute dei lavoratori ed il tranquillo svolgimento delle relative mansioni. Per farlo, utilizza forme, colori, simboli o stimoli luminosi e acustici.

È una forma di linguaggio universale di vitale importanza sia dal punto di vista legale che da quello umano. Il datore di lavoro ha l’obbligo di utilizzare la segnaletica aziendale di sicurezza quando risultano essere presenti rischi che non possono essere evitati o sufficientemente limitati con altre misure quali protocolli d’azione, sistemi di organizzazione del lavoro o con mezzi tecnici di protezione collettiva.

Dal punto di vista normativo, la segnaletica di sicurezza è regolamentata dal Decreto Legislativo 81/2008 e successivi aggiornamenti. Dallo scorso 2 febbraio 2017 è inoltre necessario fare riferimento allo standard UNI EN ISO 7010:2017 per la determinazione dei segni grafici, dei colori e dei segnali di sicurezza da utilizzare in ogni frangente specifico.

La norma prescrive i segnali di sicurezza da utilizzare nella prevenzione degli infortuni, nella protezione delle persone e per l’informazione sui pericoli legati al luogo di lavoro. Abbiamo scelto di dedicare questo articolo a 3 rischi comuni a diversi ambienti lavorativi e ad altrettanti esempi di come un datore di lavoro può comunicarli con l’adeguata segnaletica di sicurezza.

Rischio Rumore

Il rumore interessa moltissimi ruoli e luoghi di lavoro ed è ancora oggi una delle principali cause di malattie professionali denunciate ed indennizzate dall’INAIL. Tra i settori coinvolti da questo rischio che l’Unione Europea reputa prioritari troviamo trasporti, costruzioni, industrie, metallurgia, call center e spettacolo.

Il suono è un’onda di pressione nell’aria che, raggiungendo l’orecchio umano, viene trasmessa al cervello tramite un sistema meccanico e neuro-sensoriale. Quando questa pressione genera una sensazione sgradevole o addirittura dolorosa si parla di rumore.

I rischi

Se l’organismo umano viene sottoposto in maniera prolungata ad un rumore di considerevole intensità, la sua salute può riportare seri danni. Il primo fra di essi è una sensibile diminuzione dell’udito chiamata ipoacusia da rumore.

Si tratta di un danno permanente che, al passare del tempo ed al prolungarsi dell’esposizione alla fonte di rischio, peggiora con rapidità. Nei casi più gravi si può verificare anche una vera e propria sordità, ed è facilmente immaginabile come questo si traduca in un effetto negativo e determinante sulla qualità della vita di tutti i giorni.

Oltre a ciò, è bene sottolineare che il rumore agisce come un forte fattore di stress: provoca nelle persone una forte stanchezza psico-fisica che, causando serie difficoltà di concentrazione ed un conseguente calo di attenzione, porta con sé anche un aumento della probabilità che si verifichino infortuni sul lavoro.

Come segnalarlo?

Laddove non sia possibile eliminare la fonte di rumore e permanga un rischio nonostante tutte le misure collettive di tutela (come ad esempio l’insonorizzazione dei locali o di specifici macchinari), sarà allora necessario utilizzare l’apposita segnaletica di sicurezza per informarne lavoratori, operatori o soggetti di passaggio.

Il datore di lavoro dovrà curarsi di rendere facilmente ed immediatamente identificabili le aree all’interno delle quali il rumore costituisce un rischio per la salute. Se il livello di esposizione è tra gli 80 e gli 85 dB (A), ci si trova in una fascia di preallarme detta valore inferiore di azione. Al di sopra di questa soglia vige l’obbligo di segnalazione e di utilizzo dei DPI, ossia Dispositivi di Protezione Individuale.

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Questa segnaletica di sicurezza impone l’uso dei dispositivi di otoprotezione. In genere sono tappi auricolari o apposite cuffie in materiale fonoassorbente.

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Il cartello, associato ad un’adeguata formazione del personale, indica che il rischio rumore è oltre il valore inferiore d’azione, ossia supera gli 85 dB (A).

In alcuni contesti vi è il rischio di rumore improvviso, espresso da questa segnaletica di sicurezza. Oltre a danneggiare l’udito, un rumore improvviso potrebbe causare spavento o distrazione nella persona, esponendola ad ulteriori rischi.

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Rischio chimico

Per le sue caratteristiche, la presenza di un agente chimico in ambiente di lavoro può dare origine ad un rischio per la sicurezza e per la salute. Nel primo caso si parla di rischio infortunistico come nell’occorrenza di incendio, esplosioni, contatto con sostanze aggressive o corrosive che possono provocare ustioni chimiche, corrosione di materiali e degrado di impianti. Nel secondo caso si parla di rischio igienico-ambientale, dove l’esposizione a sostanze tossiche e/o nocive e l’eventuale assorbimento possono compromettere l’equilibrio biologico dell’organismo.

È bene tenere presente che un agente chimico è qualunque elemento o composto chimico presente sul luogo di lavoro. Per questo motivo, il livello di pericolosità non è uguale per tutti. Esistono al contrario 4 categorie in base al rischio costituito:

  • Agenti pericolosi, appartenenti ad una specifica classe di pericolo per cui sono state prodotte delle etichette e delle corrispondenti schede dati di sicurezza
  • Agenti pericolosi, ma non necessariamente classificati dalla normativa come tali, oppure classificati come pericolosi ma di cui è impossibile reperire informazioni di etichetta o schede dati di sicurezza poiché sono prodotti dai processi in atto (ad esempio fumi di saldatura, intermedi di reazione o polveri)
  • Agenti non pericolosi, di per sé, ma utilizzati in condizioni di lavoro – come compressione o temperatura – tali da rappresentare un rischio per il lavoratore che ne viene in contatto (ad esempio l’azoto liquido o l’aria compressa(
  • Agenti non pericolosi ed il cui utilizzo è in condizioni tali da non rappresentare alcun rischio per l’operatore (ad esempio l’acqua potabile o l’aria atmosferica in condizioni normali)

I rischi

Comprendere a quali danni è possibile andare incontro con un uso non attento di agenti chimici è piuttosto intuitivo. Per quanto riguarda i rischi per la salute, la normativa ha elaborato 10 categorie di pericolo:

  • tossicità acuta
  • corrosione/irritazione cutanea
  • danni rilevanti/irritazione oculare
  • sensibilizzazione respiratoria e cutanea
  • tossicità sistemica su organi bersaglio a seguito di esposizione singola
  • tossicità sistemica su organi bersaglio a seguito di esposizione ripetuta
  • mutagenicità
  • cancerogenicità
  • tossicità riproduttiva
  • tossicità a seguito di aspirazione

Come segnalarlo?

Un primo passo per segnalare questo rischio e mettere in sicurezza il luogo di lavoro è quello di impedire l’accesso ai non addetti alle aree dove vengono utilizzati o riposti materiali che presentano un certo livello di pericolosità.

La presenza di materiale che può risultare dannoso per la sicurezza o per la salute sul lavoro può essere inoltre segnalata con appositi cartelli di avvertimento triangolari con sfondo giallo e simbolo o pittogramma in nero.

Segnaletica-sicurezza-lavoro-rischio-chimico

Oltre a ciò, anche per il rischio chimico è d’obbligo l’adozione di appositi DPI quali occhiali di protezione, guanti o maschere per evitare l’inalazione di gas.

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Rischio biologico

Per rischio biologico si intende la possibilità di contrarre una malattia infettiva nel corso di attività lavorative che comportano l’esposizione ad agenti biologici. Si stima che ogni anno muoiano nel mondo per questa causa circa 320.000 lavoratori. Si ritiene, inoltre, che il 15% dei nuovi casi di tumore che si sviluppano in tutto il globo siano dovuti a virus, batteri o parassiti.

La normativa vigente definisce “agente biologico” qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni.

I rischi

Il rischio biologico può essere veicolato da molte categorie di materiali, di natura sia organica e animale che rifiuti o acque di scarico. A seconda del rischio di infezione che può determinarsi, gli agenti biologici vengono distinti in quattro gruppi:

  • Agenti che presentano poche probabilità di causare malattie in soggetti umani
  • Agenti che possono causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghino nella comunità e sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche
  • Agenti che possono causare malattie gravi in soggetti umani e costituiscono un serio rischio per i lavoratori; possono propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche
  • Agenti biologici che possono provocare malattie gravi in soggetti umani e costituiscono un serio rischio per i lavoratori; possono presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità e non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

Come segnalarlo?

Nei luoghi di lavoro che presentano questa tipologia di pericolo deve essere esposta l’apposita segnaletica di sicurezza con il simbolo del rischio biologico, qui sotto riportato.

Segnaletica-sicurezza-Biohazard

Il datore di lavoro ha inoltre l’obbligo di fornire ai lavoratori tutte le informazioni ed istruzioni necessarie prima che questi inizino a svolgere le attività a rischio. In particolare, gli operatori dovranno essere perfettamente a conoscenza dei DPI da adottare, delle precauzioni da prendere per evitare l’esposizione e le misure igieniche da osservare.

Hai qualche dubbio sulla segnaletica di sicurezza da adottare sul tuo posto di lavoro? Contattaci: potremo non solo rispondere ad ogni tua domanda circa gli obblighi normativi, ma anche raccontarti come altri clientim prima di te, hanno affrontato o risolto situazioni simili alla tua.

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